Non hai più l’età per le penne col Ciao.

E il Ciao neanche lo fanno più.
Quando tu, maschietto, hai 13 anni, sei in balia degli ormoni. (Anche dopo, ma dopo saprai mascherare un pochino meglio e sembrerai meno segaiolo.)

Hai voce stridula, acne, peluria non ben identificabile come barba, puzzi e ti muovi male.

Nonostante tutto questo, puoi essere un figo. Puoi essere più carino, più sgamato, più simpatico o più bravo a calcio di altri. Si fa in fretta a crearsi una reputazione alle medie. Magari hai l’amico carino quanto te e quindi siete fighi in coppia.

Più sei figo, più ti senti di fare cose da figo, più le fai, più diventi figo.

Negli anni ‘80 i tredicenni fighi facevano le impennate col motorino, fumavano già e limonavano tantissimo. Alle feste, a scuola, al sabato pomeriggio sulle panchine, anche quelle dell’oratorio.

Se ti imbattevi in uno di loro ed eri carina, diventavi la sua ragazza per un periodo dai 30 ai 90 giorni. Scrivevi tantissime cose amorose sul diario di scuola (lui no, non aveva il diario), ti truccavi e ti vestivi come una baldracca nel tentativo di essere più bella. I tuoi genitori, inorriditi dal trucco e parrucco, non ti facevano uscire. Quindi passavi ore al telefono con le amiche per parlare di quanto il mondo fosse una merda e i tuoi fossero degli stronzi. Poi accettavi di struccarti e mettere i jeans e riuscivi a uscire (con la minigonna nello zainetto, per cambiarti appena possibile). La minigonna era come una grande freccia luminosa che indicava la strada verso il paradiso dello smanacciamento. Mi viene in mente il quiz a premi, credo con Corrado, dove i concorrenti dovevano indovinare quale fosse il contenuto di una scatola solo inserendo la mano all’interno e ravanando. Che sarà mai? Che cosa ci sarà là dentro? Forse non era un quiz con Corrado ma con Raffaella Carrà, non ricordo. La Carrà di sicuro avrebbe saputo quanti fagioli c’erano.

Nei 30/90 giorni di fidanzamento, il tredicenne figo passeggiava con te, mano nella mano. Se avevi il culo che il tuo compleanno o il San Valentino o il Natale cascassero durante i 30/90 gg rimediavi anche un orsettino di peluche col cuore in mano con scritto sopra I Love You. Di solito il figo poteva uscire molto più di te e limonava anche altre quando tu non c’eri ed eri a casa a scrivere sul diario del vostro grande amore con i glitter.

Questo se eri carina o avevi le tette grandi. Alle medie avere le tette grandi era come essere carina.

Se invece ti imbattevi in un tredicenne figo ma eri un cesso, avevi quattro possibilità:

1_non ti vedeva, come avessi il dono della trasparenza.

2_ti vedeva e ti sfotteva con gli amici per la tua poca avvenenza o per qualsiasi caratteristica sfottibile.

3_ti vedeva perché eri amica di una carina, quindi utile per eventuali coperture, messaggi, informazioni.

4_ti vedeva e non ti vedeva. L’intermittenza era dovuta al fatto che non eri un granché, ma eri simpatica, quindi ti limonava di nascosto. Davanti agli amici, però, faceva finta di non conoscerti e tu abbassavi lo sguardo.

Ho un discreto numero di esperienze in merito (ero un cesso e quasi piatta) distribuite su tutte e quattro le possibilità. Mi ricordo un compagno di classe (categoria tredicenne figo con motorino) che veniva sotto casa mia e ci baciavamo tantissimo, ma proprio tanto. Un pomeriggio, partì alla ricerca delle mie tette e massaggiò per una buona mezz’ora il maglione in un’area discutibile posta tra l’ascella e lo sterno. Palpò la lana spessa e soffice a fondo, senza trovare traccia di tette (che c’erano, poche ma c’erano, solo un pelino più sotto).

Il punto 4 è orribile. Tu, giovane ragazzina tredicenne cesso ti senti male dentro. Hai condiviso intimità e risate e chiacchiere e sogni con un ragazzino tredicenne sotto casa tua. Un ragazzino che in quel momento sembrava normale come te ma che poi si rivela essere una merda feroce. Che impenna col motorino davanti al tuo naso con i suoi amici e finge di non conoscerti, o peggio, ti ride in faccia per dimostrare quanto sia figo e quanto tu non valga una cazzo.

Ma tu, ragazzina, crescerai, il dolore ti forgerà e il tempo ti doterà di tette, buongusto fashion e di una manualità fine migliore per truccarti meglio. Ti prenderai le tue rivincite, perché poi a 18 anni diventerai democraticamente figa, molto più di quanto lo diventerà il tuo coetaneo. E comunque i coetanei non li guarderai più.

E tu, ex tredicenne figo degli anni ‘80, capirai che la vita non è semplice come alle medie. Che non basta più impennare per limonare, ci vuole più sbattimento.

Si cresce. Si cambia. Si impara. Quindi mi chiedo come sia possibile incontrare oggi, nel 2018, coetanei che ancora impennano col Ciao, quando il Ciao è pure uscito di produzione.

Vorrei spiegare loro che non è questo il vintage che piace. E che fare finta oggi, quando sei ultra-quarantenne, di non vedere una con cui sei uscito più volte perché sei con gli amici, non fa figo, fa coglione. Adesso la ex tredicenne cesso, ora over 40 di fighezza media, è consapevole, ha le tette, e te le buca le gomme del Ciao. Pure davanti ai tuoi amici.

 

5 pensieri su “Non hai più l’età per le penne col Ciao.

  1. Poi ahimè ci sono i” trediquarantenni” che sono una sorta di figura mitologica: metà uomo e metà testa di cazzo, loro le penne in moto non le fanno più,ma si aggirano con la convinzione di essere ancora dei gran fighi.
    Come si dice ? un gran futuro nel nostro passato? A parer mio sono una razza da abbattere.
    E tu cara Scirli sei splendida una gran bella tredicenne. E’ vero
    Certe cose si percepiscono 😊

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